di GIUSEPPE PREZIOSI. Bruce Fink. Il soggetto lacaniano, tra linguaggio e godimento

Poiesis editrice, Alberobello, 2021

Bruce Fink è uno psiconalista statunitense, traduttore in inglese delle opere di Jacques Lacan. Autore apprezzato, ci informa l’introduzione al testo curata da Cristian Muscetti, per la sua chiarezza espositiva, in un campo spesso accusato di inaccessibilità, e allo stesso tempo impegnato a non svilire la natura palpitante della teoria lacaniana.

Uno psicoanalista attento alla clinica che testimonia del profondo legame tra tecnica e teoria senza temere una possibile evoluzione della prima e la messa in discussione della seconda.
Questo suo testo ha l’apparenza, nelle sue dense quasi trecento pagine, di un enorme lavoro di elaborazione a seguito di una lettura e uno studio attenti dell’insegnamento di Lacan e di un tentativo di una sistematizzazione sul filo della teoria del soggetto. Infatti, nonostante il soggetto sia al centro di questo lavoro, Fink ha la possibilità nella sua scrittura di toccare molteplici temi e numerose questioni relative alla prassi e alla teoria psicoanalitica. Il lavoro dell’autore statunitense non è solo però divulgativo, non si esaurisce in un tentativo di chiarificazione di alcuni aspetti del corpus teorico lacaniano, ma, come forse è inevitabile con lo psicanalista francese, rappresenta anche una elaborazione e interpretazione personale di Fink stesso.

A darci una mappa è l’autore nell’introduzione, attraverso delle indicazioni sulla struttura del testo che favoriscono un più facile orientamento.
Lo scritto si divide in quattro parti che delineano in modo netto il loro campo di analisi e presa in esame.
Nella prima di queste, viene affrontato il tema dell’ “alterità”, di ciò che estraneo al soggetto (ancora non definito nei suoi contorni) e lo “aliena” a se stesso come il desiderio dell’Altro o come il linguaggio. Questa prima definizione del campo dell’ “alterità” traccia i contorni di ciò che eccede a tale campo: il soggetto e l’oggetto, inteso come oggetto a causa del desiderio.
Nella seconda parte viene affrontata la questione del soggetto in relazione all’ordine simbolico e nel suo rapporto con il desiderio dell’Altro. Questa analisi permette di mostrare la doppia possibilità di questo posizionamento inteso come fissazione, ripetizione, sintomo, modalità di godimento ma anche assunzione di responsabilità dinanzi al desiderio dell’Altro tramite il processo di soggettivizzazione che consegue una modifica della propria modalità di godimento.
L’oggetto è al centro della riflessione della terza parte del testo, nella sua molteplice natura di oggetto causa del desiderio e di ciò che resiste alla simbolizzazione.

L’ultima parte dello scritto descrive il rapporto della psicoanalisi e del suo discorso con il contesto medico scientifico, soprattutto statunitense, all’interno del quale «Il direttore del National Institute of Mental Health a Washington può apertamente dichiarare che le istituzioni mediche saranno verosimilmente in grado di “conquistare” praticamente tutte le malattie mentali entro il 2000».

Qui Fink porta avanti una tesi inattesa (derivata da Lacan), la psicoanalisi non ha nessuna esigenza di legittimazione da parte delle istituzioni mediche e scientifiche vigenti ma sono proprio queste ultime a non essere ancora in grado di accogliere la psicoanalisi.

Il percorso del testo, percepibile ad una prima lettura e confermato dall’autore nella prefazione e nella postfazione, appare come una sorta di cammino a spirale che parte da un centro e si muove tracciando via via rotazioni sempre più ampie. In altre parole il libro sembra porre all’inizio le basi per procedere costantemente a sempre maggiori gradi di complessità. Ai due testi in appendice vengono affidati, come a confermare questa logica, riflessioni di particolare natura “tecnica” sulla struttura del linguaggio e del suo rapporto con l’oggetto a derivate dalla lettura del Seminario sulla Lettera rubata.

In finale una nota critica personale nei confronti di un testo che ha l’indubbio merito di fornire uno strumento di avvicinamento alla lettura di Lacan ma anche di ausilio alla sistematizzazione e chiarificazione a chi è già dentro lo studio dello psicoanalista francese. Per quanto Fink sia sempre attento alla clinica e al precipitato nella pratica analitica della teorizzazione, non fa uso del caso clinico. L’illustrazione delle sue indicazioni attraverso il racconto di scene, frammenti, flash anche brevi derivate dall’incontro con gli analizzanti avrebbe forse reso più fluida la lettura e più facilmente assimilabili alcune questioni.

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