Stroncature
ed. L’Erudita, Roma
C’è una casta nella cultura italiana? Tra i cosiddetti intellettuali liberi, gli opinionisti televisivi, i critici per tutte le stagioni? Secondo Daniele Poto sì. Questo libro è uno spietato manuale di sopravvivenza per difendersi dalla mediocrità culturale, quella di alcuni romanzi che invadono le librerie e quella delle recensioni a commissione e quella che ancora impoverisce il cinema, la musica, la televisione, in una parola la cultura di destra e di sinistra. Lobbies mediatiche si danno battaglia, fingono rivalità inesistenti e di nascostosi mettono d’accordo per non pestarsi mai i piedi. La torta è grande e ce n’è per tutti. È sufficiente annichilire il libero pensiero, favorire la stagnazione dell’esercizio critico ormai endemica.Il cinismo consumistico e i suoi derivati si liofilizzano nella psicopatologia della vita quotidiana. Assistiamo così a fenomeni quali gli influencer, novelli demiurghi sulle cui fronti raramente si ravvisa una traccia di pensiero, i quali mobilitano con il solo apparire intere masse verso questo o quel prodotto.Molti i temi affrontati da Poto: dal politicamente corretto all’esercizio della democrazia U.S.A. (da leggere assolutamente), dal calcio al populismo, dalla beneficienza pelosa al disagio provocato dal mondo virtuale, dal carrierismo alla politica, dal giornalismo cosiddetto indipendente alle onlus, e tanto altro ancora.
Ne risulta un libro che è una vera cassetta degli attrezzi per denunciare i personaggi di cartapesta, i vecchi cliché elevati a sistema di pensiero, gli alibi, le scuse, le autoassoluzioni di figure che vorrebbero essere tutte diverse e invece sono tutte uguali. Un grande bestiario culturale, dunque, il cui punto di vista “eversivo” ci guiderà nel provincialismo culturale nel tragicomico paese in cui viviamo: cialtrone, ipocrita e finto-buonista.
Un’ultima nota sui radical-chic, bersagli anch’essi dell’autore: costoro sono i nuovi conformisti in ogni settore della vita pubblica e privata, dal Parlamento al festival di Sanremo, dai convegni universitari al premio Strega. È il conformismo di sempre, alternativo ma sempre uguale credendo di essere diverso.
Daniele Poto