Lucignana è un piccolo borgo della Garfagnana. Una macchia di pietra e calce sorta come per caso o per inerzia nel rigoglio di boschi incontaminati attraversati solo dal capriccio dei venti. Castagni, lecci e faggi ovunque; sentori fungini, sorgenti, torrenti. Vaste praterie corrono fin sulle cime più alte della dorsale appenninica. È la terra dell’antico popolo dei Liguri-Apuani e del loro culto degli alberi e degli spiriti tutelari della foresta. La vulgata vuole che ancora oggi in questi boschi vivano folletti che di notte vagano danzando in cerchio laddove la luna riesce a filtrare la propria luce attraverso il groviglio dei rami.
Capirete dunque da queste righe che non si tratta della Garfagnana “dotta” e turistica, quella di Castelnuovo, San Pellegrino in Alpe, Castiglione, Barga e via dicendo, ma di una zona marginale che affascina e rapisce per l’incanto del suo isolamento.
Lucignana conta 180 abitanti e, come di consuetudine, anziani nella maggioranza. Ebbene, questo borgo, lambito da una sola strada percorribile in auto, senza negozi né ristoranti, da due anni circa è assurto alla notorietà universale grazie al miracolo compiuto da una poetessa, Alba Donati, e dal suo piccolo capolavoro La libreria sulla collina. Il libro, venduto in altri dieci paesi, tratta della realizzazione di un sogno, della magia e della visionarietà che è propria solo dei poeti.
«Ama il tuo sogno se pur ti tormenta» ammoniva Nietzsche e Alba lo ha amato contro ogni logica e oltre il buon senso, al di là del ragionevole scetticismo degli amici e, come nei racconti più edificanti, lo ha realizzato.
Amore e sogno, ma anche caparbietà e un pizzico di anarchia costituiscono dunque il primo cardine di questo progetto, che ha comportato nel 2019 l’abbandono, da parte della Donati, del proprio lavoro.
La scrittrice, infatti, ha avuto una intensa e faticosa opera nell’editoria ma mai ha dimenticato il paese che l’ha vista nascere e dove ha trascorso la sua prima giovinezza sia pure in condizioni non agiate. L’affetto dei locali, la schietta bellezza dei luoghi, quell’ethos contadino-montanaro così autentico e confortante non disgiunti da una gentilezza innata hanno alimentato il suo patrimonio interiore.
Il risultato è questo tempietto dei libri dove Alba e le sue giovani volontarie si muovono come vestali. Ascoltiamola: «In un poggio di due metri e mezzo, scosceso, che scivola verso una distesa di poggi a valanga pieno di olivi inclinati nasce la libreria simile ad un piccolo caldo cottage proteso su di un giardino. Al giardino – racconta la Donati – […] si accede da un cancello verde salvia, si scende un gradino e sei in una fiaba. Almeno così narrano i visitatori. C’è il susino selvatico e il pesco, il plumbago, il glicine, rose e peonie. I tavolini e le sedie sono di ferro […] appese agli alberi tazze da tè rovesciate e lampade che si accendono appena il sole cala».
Tutto d’intorno, aggiungiamo, il verdeggiare incontrastato delle colline e più oltre l’imponente maestosità delle Alpi Apuane illuminate, la sera, dalla luna e dallo sfavillio delle stelle.
La singolarità della situazione ha destato curiosità e interesse diffusi; il passaparola sui social e gli articoli apparsi sui quotidiani ne hanno ampliato la notorietà.
Con la pubblicazione del libro, poi, il “caso” della libreria sulla collina ha affascinato miriadi di lettori.
Così Lucignana è diventato luogo di pellegrinaggio. Ciò stupisce e conforta alla luce della stagnazione spirituale e della desertificazione interiore che uniformano la nostra contemporaneità.
Una vita reinventata da dove gettare sguardi nuovi sulle cose del mondo è dunque possibile.
Sono stato a Lucignana due volte, in agosto. La prima per assistere alla presentazione dell’ultimo libro di Marco Vichi Non tutto è perduto, dove leggiamo della prima avventura da pensionato dell’ormai amatissimo commissario Bordelli.
Il giorno dopo è giunto alla libreria Alberto Manguel, lo scrittore argentino che da ragazzo, conosciuto Jorge Luis Borges, leggeva per lui ad alta voce. Nel suo libro Con Borges ci racconta di questa lunga amicizia. Da non perdere anche Una storia della lettura, Vivere con i libri e La biblioteca di notte.
La libreria, come per un incantesimo è diventata un vero magnete letterario: il fascino del luogo unito alla grazia e alla gentilezza di Alba e delle sue volontarie fanno sì che poeti e scrittori giungano anche da lontano felici di presentare le loro creazioni e conversare amabilmente.
Nel suo libro la Donati, infatti, racconta come giungano ordinazioni da ogni dove e come le spedizioni occupino gran parte del suo tempo. Di queste spedizioni quotidiane ci riferisce titoli e commenti. Stimola poi la nostra curiosità suggerendo titoli e autori per ogni esigenza, ma per nulla scontati. Verrebbe da credere, usando l’iperbole di S. Mallarmé: «Talvolta il mondo esiste per approdare in un libro».
Al netto di tutto questo, tuttavia, una volta a Lucignana come anche nella vicina Tereglio, segnatamente nelle giornate estive, si godrà di quello che si potrà definire l’abbandono attivo pregno di semplicità, nettezza, ritmi esistenziali dimenticati. C’è una malia in questa area della Garfagnana: il tempo appare sospeso, quasi dimentico di se stesso. La totale assenza di rumori, poi, amplifica questo prodigio.
Diceva Borges: «È proprio della nostra specie risanarsi in un giardino o nel guardare la luna». Se ciò si confà alla nostra grammatica interiore troveremo in questi luoghi i nostri spazi metafisici. Mentre scrivo queste righe, come in ossequio a Borges c’è una falce di luna crescente così sottile da sembrare un’asola nel velluto blu del cielo.
Carlo Volponi
Latinista e scrittore
(immagine in evidenza dalla copertina del libro La libreria sulla collina di Alba Donati, Einaudi 2022)