CENTRO DIDATTICO RIMINI – BOLOGNA

Dalla scrittura alla lettura. La funzione analitica dell’osservatore nello psicodramma analitico. Autoritratto in uno specchio convesso.

Nel dipinto del Parmigianino Autoritratto in uno specchio convesso, un olio su tavola convessa, databile 1524 circa, conservato nel Kunsthistorisches Museum di Vienna, il pittore dipinse se stesso così come appariva in un bicchiere convesso da barbiere e poiché lo specchio allargava ciò che era vicino mentre diminuiva ciò che era lontano, dipinse la mano più grande, al punto che, mentre il volto del pittore rimane sullo sfondo, la mano sembra uscire dal quadro e toccare l’osservatore.

Si può pensare che lo sguardo, l’ascolto, la voce, la postura, e infine Il discorso dell’osservatore nel gruppo di psicodramma analitico, fungano da cerniera fra campo individuale e campo gruppale, fra chi guarda e chi viene guardato, chi ascolta e chi è stato ascoltato, fra l’altro separato da sé, e l’altro che ti può “toccare” “raggiungere”, come la mano nel quadro del Parmigianino.

Dice Harold Bloom a proposito del saggio di John Ashbery (Autoritratto entro uno specchio convesso, 1975) «la coscienza umana, nella ricerca di dare senso al fluire inesauribile dell’esistenza resta vuota …, tuttavia carica di un’energia che sfavilla, lasciando intendere sogni, scommesse, emozioni, desideri e chissà quali speranze di felicità … Il volo aspro delle parole come una pienezza in uno sguardo di specchi aumentano il desiderio di pienezza e separatezza, immedesimazione, ombra e riflessi di una leggibilità nascosta».

Pensiamo che il quadro del Parmigianino ben si presti a rappresentare- raffigurare il lavoro svolto dall’osservatore in un gruppo di Psicodramma Analitico. Accogliendo l’osservazione di Elena Croce, (E. B. Croce, 1990) potremmo definire l’osservatore in un gruppo di Psicodramma Analitico, un osservatore – ascoltatore, poiché osserva e nel contempo ascolta continuando a pensare e sentire.

L’osservatore – ascoltatore, trasforma la propria elaborazione intrapsichica in un testo scritto e poi in una comunicazione parlata al gruppo, con la funzione di comunicare il proprio pensiero così come l’ha elaborato durante tutto lo svolgimento della seduta di Psicodramma. Il testo diventa elemento della relazione, mezzo per costruire un pensare trasformativo.

Nel dipinto del Parmigianino la mano (come il testo scritto e poi il discorso stesso), sembra uscire dal quadro, modificata nella dimensione e nella forma, a causa del suo posizionamento sul bordo convesso, come a dire che è in quell’area che possono avvenire delle trasformazioni, nel bordo tra inconscio e conscio, tra ragione ed emozione, tra comprensione dell’esperienza e vissuto di quella esperienza.

Nella propria funzione l’osservatore/ascoltatore ci sembra mettere in atto un triplo registro analitico:

Il primo è rappresentato dall’ascolto attraverso un’attenzione fluttuante, che consente di cogliere gli elementi beta via via disseminati nella comunicazione del singolo e dei partecipanti al gruppo fra loro, e nell’ interazione coll’animatore. L’ascolto analitico (funzione analitica dell’osservatore/ ascoltatore), comincia a ordinare, trasformare, collegare a livello intrapsichico ciò che altrimenti potrebbe restare nella dimensione del non significabile, non condivisibile, non dicibile.

Il secondo registro è quello utilizzato per la realizzazione del testo scritto.

Ogni osservatore ha il proprio stile: chi scrive solo alcune parole chiave, chi scrive e sottolinea, chi cambia caratteri alla scrittura, chi riempie la pagine, chi si assetta su un lato della pagina annotando sull’altro lato ciò che ritiene importante, e così via. Non c’è una regola che vale per tutti, ognuno ha il proprio stile che può anche cambiare nel tempo. A volte, al momento della restituzione al gruppo, c’è chi si dimentica del testo scritto e a quel punto parla “a braccio”, chi si avvale solo di alcune tracce scritte, chi legge invece proprio tutto il testo. Così l’osservatore elabora ancora e ancora, il contenuto di ciò che ha pensato, fino a volte a stupirsi egli stesso poiché durante la restituzione improvvisamente può accadere la messa a fuoco una nuova idea, un collegamento che non aveva pensato prima, e lì lo dice, proprio in quel momento, trasformativo anche per sé stesso.

Il terzo registro è quindi rappresentato da quel lavoro psichico che nell’immediatezza della lettura permette ancora di cogliere nuovi aspetti da comunicare al gruppo, aspetti fino a quel momento celati, che emergono dallo sfondo di una logica percettiva simile a quella della Gestalt.

Man mano al gruppo viene restituito qualcosa di più digeribile e, nella funzione di osservatore/ascoltatore, mentre parla al gruppo e mette insieme i fili del lavoro in quella seduta, (comunicazioni dei singoli componenti e comunicazioni del gruppo), può accadergli che qualcosa di nuovo entri nuovamente nel campo mentale e possa, comunicandolo, favorire il lavoro di elaborazione, trasformando elementi beta in elementi alfa, e contribuire al processo di avanzamento del lavoro del gruppo.

 

Conclusioni

Il desiderio di essere capiti e conosciuti e la continua regolazione dello spazio intersoggettivo oltre che dello spazio intrasoggettivo sono aspetti essenziali del lavoro terapeutico in un gruppo di psicodramma analitico e sono fattori di cura. Il gruppo terapeutico è un ambito in cui la condivisione e l’elaborazione dei contenuti mentali e relazionali è auspicata e continuamente negoziata. Il momento presente nel qui ed ora della seduta e dell’osservazione finale acquista un posto molto importante, consentendo e concorrendo a stabilire la natura dello spazio intra e intersoggettivo.

 

Silvia Cicchetti

Psicologa, Psicoterapeuta, Psicodrammatista M.T. S.I.Ps.A, socio C.O.I.R.A.G.

Sonia Saponi

Psicologa, Psicoterapeuta, Psicodrammatista M.D. S.I.Ps.A, socio C.O.I.R.A.G.

 

Bibliografia

Ashbery J. (1975) (a cura di Damiano Abeni, con uno scritto di Harold Bloom), Autoritratto entro uno specchio convesso, Bompiani, Milano.

Croce E. B. (1990), Il volo della farfalla. Contributo alla ricerca sul lavoro della parola e del gioco in psicoterapia psicoanalitica, Borla, Roma.

Ferro A. (2007), Evitare le emozioni, vivere le emozioni, Cortina, Milano.

Stern D.N. (2005), Il momento presente. In psicoterapia e nella vita quotidiana, Cortina, Milano.

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